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Di cosa parliamo quando parliamo di finishing

Come tutti gli whiskylovers sapranno, l'whisky viene maturato in botti di quercia (americana o europea, ma c'è anche quella giapponese) che in precedenza contenevano solitamente bourbon o sherry (ora si sta sperimentando anche l'utilizzo di botti vergini). 

Il profilo aromatico del nostro distillato preferito viene influito da molteplici fattori. Prendendo in esame in questa circostanza esclusivamente la botte in cui viene maturato, l'albero delle possibilità di interazione con il distillato si ramifica in tante casistiche. Le prime che mi vengono in mente sono: la dimensione della botte, quante volte è stata utilizzata (1° riempimento, 2° riempimento), la tipologia del legno utilizzato e la sua stagionatura (segnalo l'istruttivo articolo di Davide Terziotti), la sua eventuale tostatura o carbonizzazione, ecc. ... 

Ebbene negli anni '90 alcune distillerie (le prime, se non erro, sono state Balvenie e Glenmorangie), ed imbottigliatori indipendenti, non contenti delle numerose attività che potevano porre in essere per incidere sul profilo aromatico del loro whisky, hanno provato anche a travasare il distillato in una "botte non convenzionale" (ovvero in botti che hanno contenuto rum, porto, marsala, ecc.) per un periodo che può andare da alcuni mesi a qualche anno. Questo ulteriore affinamento dove far terminare la maturazione (per l'appunto chiamato finishing) viene utilizzato per incidere ulteriormente sull'aroma e sulla complessità del prodotto finale.

Al riguardo molto interessante l'intervento di Davide Romano (per chi non lo sapesse si definisce il "martello" di Valinch & Mallet) al recente Milano Whisky Festival dove, nel presentare il "suo" Glen Moray 11 years old, ha spiegato quanto ha inciso l'affinamento in manzanilla (una tipologia di sherry poco utilizzata, a differenza dei più conosciuti PX ed Oloroso) e la necessità di monitorare periodicamente il contenuto della botte per capire quando è arrivato il tempo di imbottigliare (sconoscevo che il travaso in un'altra botte determina una drastica riduzione di % ABV). 

Ora il finishing è praticato in larga misura sia dalle distillerie ma soprattutto dagli imbottigliatori indipendenti. Questo "giocare con le botti", a volte, può regalarci degli whisky indimenticabili.  

 

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